È già programmatico che un Monkey ci riporti sulla Booty Island di Monkey Island 2... ma in un prologo di Tales, affidando un bar a Ignazio Formaggio, personaggio di Fuga! Michele Giardi (soggetto, game design e testi) e Danilo Puce (coautore dei testi) non si preoccupano nemmeno che l'eretico mix possa sconvolgere una delle suddette fazioni: Booze è una serenata ubriaca al mito tutto di Monkey Island, non la rivendicazione di un determinato approccio tradito. Booze, nato nel 2018 quindi due anni prima che Ron Gilbert cominciasse a pensare a Return to Monkey Island (2022), doveva come l'evaporato Darkness ribadire l'esigenza di Guybrush Threepwood nei videogiochi. Con umiltà e intelligenza, questa miniavventura sceglie infatti di non sostituirsi o rileggere le storie ufficiali, ma vi si incunea con una centrata eleganza: pure per età anagrafica degli autori, ha come naturale bussola il registro comico di The Curse of Monkey Island, nei dialoghi assurdi e in quella rara capacità di trasformare un enigma in una gag, lasciandola pregustare al giocatore nella sua costruzione progressiva (una lezione che trovò il suo apice in Day of the Tentacle). Il game design, attraverso lo stesso identico menu radiale appunto di Curse, sfrutta molto bene l'esiguo numero di location, cinque o sei, abbracciando la tradizionale non-linearità made in LucasArts (ed epigoni): tre problemi da risolvere in ordine quasi libero. L'unico livello di difficoltà è ben calibrato, con un numero sufficiente e chiaro di indizi, non lasciando mai chi gioca senza una bussola. Non sono del tutto sicuro che un paio di puzzle permettano al giocatore di immaginare davvero quale sia la conseguenza di una sua azione, anche se quest'imperfezione viene compensata dalla semplicità con cui quelle azioni si possono intraprendere, sperimentando in allegrìa.
Più che una storia, per l'esigua durata Booze è una "situazione alla Monkey Island", solida però nel centrare un punto fermo del marchio: l'assoluta esilarante nonchalance con cui Guybrush demolisce l'equilibrio altrui per i suoi scopi. Qui ne fanno le spese tutti i personaggi, e allo stesso tempo è una cattiveria mai offensiva: in un mondo di pirati sai già che tutti si riprenderanno, persino Wally, e il Guybrush protagonista è pur sempre quello un po' più intraprendente di Tales, il Threepwood che ha trovato una sua via surrealista per essere un "temibile pirata" (tm). L'inedito filibustiere svizzero (!) William è centrato, e il recupero dei personaggi storici evita il troppo ovvio: manca Murray, mentre al concepimento di Booze Kate e Wally erano scomparsi da anni. Facile insomma essere distratti dalla grafica, però il timone della scrittura è ben saldo, e soprattutto davvero spassoso in alcuni passaggi: forse a volte i dialoghi sono un po' troppo verbosi, ma l'assenza di doppiaggio li alleggerisce.
È curioso notare come Return di Ron Gilbert e Booze siano involontariamente accomunati da un tragitto simile, partendo da premesse affini, ma con approdi differenti. Entrambe le proposte infatti si confrontano con l'intero mito di Monkey Island, ma la Bean col solo scopo di incarnare in un gioco il proprio amore verso la saga. Gilbert doveva cozzare personalmente col mito espanso senza di lui, trascinando anche noi in un percorso non solo comico (come in questo caso), ma riflessivo e... tormentato. La mitologia del "Monkey 3 mai fatto di Ron Gilbert" era troppo pesante per un approccio spensierato, e Return richiederà sempre un certo training autogeno per consentirgli di dire tutto quello che vuole trasmettere. Se però, senza fazionismi, si cerca la purezza di un omaggio aproblematico a una tradizione ricchissima, Booze la offre con il candore di una preziosa "sbornia" di positività.
Come ho scritto, Booze poggia su un'ideazione di tutto rispetto, ma se è facile per noi tutti farsi distrarre dal suo motore interno, è per merito della carrozzeria a cura di Ciro Cangialosi. Character designer e artista unico dei fondali, Ciro bazzicava il forum di cui sopra già distinguendosi per una marcia in più in materia di estetica: il destino l'ha visto negli anni diventare illustratore e disegnatore di fumetti professionista. E qui c'è il sorpasso netto rispetto alla media dei fangame, spesso visualizzati da dilettanti di talento, ma senza la sicurezza evidente a un primo, elementare colpo d'occhio. Rispetto ai vecchi design per Darkness, Ciro ha rivisitato lo stile impostato da Larry Ahern e Bill Tiller per Curse, sia spegnendo la linea di contorno nei fondali, sia disneyzzando in modo più morbido i personaggi, Guybrush in testa. Proprio Ahern a fine 2023 ammise che col senno di poi avrebbe adottato uno stile meno deforme per il Threepwood di Curse, magari più vicino ai bozzetti di Ryan Jones per Tales, in quel caso trasformati in modelli 3D: per una felice coincidenza, il Guybrush di Ciro è una versione più dolce proprio di quel Guybrush! E per quanto riguarda gli ambienti senza linee, dove è il colore a isolare le forme, lo stesso Tiller si è mosso dopotutto in quella direzione da A Vampyre Story in poi, anche se Ciro attribuisce quest'impostazione alla sua (assai condivisibile) ammirazione per Klaus (2019) di Sergio Pablos. Il look di Booze non è bello solo perché è un omaggio a quello di Curse, ma perché lo interiorizza e lo fa evolvere.
Avendo insegnato alla Scuola di Comics di Torino, pur non specializzato in animazione, Ciro ha collezionato qualche conoscenza che gli ha permesso di mantenere un livello generalmente alto anche nei movimenti dei personaggi: mi pare chiaro che nemmeno Federica Messina, Luca Passafaro, Giacomo Boni siano artisti improvvisati. Specie ricordando quanto la tradizione Disney sia stata nodale nella cesellatura dell'animazione tradizionale a mano libera, fotogramma per fotogramma, attiro l'attenzione sull'applicazione di uno di quei principi, il buon vecchio "squash & stretch": osservate il modo in cui Wally si volta a guardare Kate, con un leggero espressivo rimbalzo del suo corpo, una deformazione elastica che non va a modificare il volume totale del suo corpo. Davvero: una cura del genere nel 2D di un fangame lascia a bocca aperta. Sei anni di lavoro nei ritagli di tempo: si vedono.
Se dovessi usare solo i miei gusti come parametro, questa è la migliore resa bidimensionale in alta risoluzione che il mondo di Monkey Island abbia mai avuto. È anche la più adatta in assoluto? Di certo la sua sorridente solarità è perfettamente calzante col registro di Booze, ma questo non significa che sarebbe stata calzante sull'anima più straniante di Return, che rispetta Curse ma non vi discende direttamente: il paragone istintivo dei fan Return-Booze nelle ultime settimane era comprensibile e inevitabile, però - come scrissi all'epoca per il gioco di Gilbert - ho sempre trovato la separazione tra forma e sostanza un vicolo cieco, specie nei casi in cui il matrimonio è stato celebrato dopo un ragionamento.
Quando ha potuto, Andrea Boscarino si è sempre fatto sentire, non solo con gli strumenti. Mi pare di ricordare le sue opinioni infuocate sulla resa musicale di alcune remaster lucasiane. AndyWinXp però negli anni su queste esigenze ha messo non solo parole, ma anche fatti, cioè note ed esecuzioni: proprio nel 2018, quando Booze partì, pubblicò una sua versione riarrangiata con la strumentazione di Curse della colonna sonora di The Secret of Monkey Island. Il compito di musicare Booze non poteva che essere affidato a lui: nello spirito di recuperi ragionati, che guardano alla qualità oggettiva di alcune idee al di là dei contesti, l'interno del Thimble ripropone il tema dello Scumm Bar da Fuga! Il gioco offre però diversi brani originali, dove ogni tanto fanno capolino temi ben noti di Michael Land, Peter McConnell e Clint Bajakian. La soundtrack completa è disponibile qui (la folgorazione rock dei titoli di coda mi ha ricordato un analogo esperimento di Return).
Il lavoro del Bosca ha la ribalta, perché al momento Booze non ha alcun tipo di doppiaggio: comprensibile chi, di fronte al perfetto feeling del Monkey Island post-Curse, ha ammesso di ascoltare nella sua testa la voce americana di Dominic Armato per Guybrush, ma vedo difficile un suo coinvolgimento futuro, senza un progetto legalmente approvato dalla Disney-Lucasfilm. Nel frattempo, per una versione italiana, ascolterei volentieri Federico Maggiore, l'ennesimo fan della LucasArts che è decollato verso l'universo artistico, diventando doppiatore professionista.
Revisione: 11/2024
C'è un fil rouge che lega Booze all'unico altro fangame al quale abbia dedicato una scheda vera e propria qui sul sito, Zak McKracken Between Time & Space (lungo quanto una vera avventura, però meno fedele a Zak di quanto Booze sia fedele a Monkey, va detto). Proprio per quel gioco i suoi autori tedeschi crearono l'engine Visionaire Studio, che Emanuele Baronti ha pragmaticamente deciso di usare per Booze: la maggior parte dei celebri punta & clicca Daedalic come Deponia ne hanno garantito negli ultimi quindici anni una manutenzione costante, dando performance snelle su Windows-Mac-Linux, piattaforme sulle quali il Guybrush della Bean è arrivato senza significativi problemi a fine ottobre 2024. L'attuale versione di Booze, pur con qualche glitch, si può scaricare da itch.io, ovviamente gratis, con testi ufficiali in italiano, inglese, tedesco e spagnolo. Gravissimo il bug che impedisce di impostare la risoluzione 12K Ultra 3D. Inaccettabile.
Soggetto e game design: Michele Giardi
Testi: Michele Giardi & Danilo Puce
Direzione artistica, fondali e grafica dei personaggi: Ciro Cangialosi
Animazioni: Federica Messina, Luca Passafaro, Giacomo Boni
Programmazione e postproduzione video/audio: Emanuele Baronti
Engine: Visionaire Studio
Musiche: Andrea BoscarinoTraduzioni ufficiali: Vito Lanci (inglese), Kristian Ziegermeyer (tedesco), José Guido Jalil (spagnolo)
Ancora nella vostra nave, raccogliete il grasso dal barile e usatelo sull'oblò, per uscire sul molo di Booty Island. Qui spingete il cannone della mitica Vedetta e raccogliete la polvere da sparo, poi frugate nell'immondizia del negozio di costumi, per rinvenire una maschera. Entrate nel Thimble Bar, raccogliete la scimmia Sax e i legnetti da ardere Firemaster (TM) vicini alla stufa. È arrivato il momento di parlare con Ignazio Formaggio di tutto, per ricevere un buono per il pudding e il boccale. Terminata la conversazione, passategli la polvere da sparo per ottenere un drink grigiastro.
Uscite, andate a destra e parlate di tutti gli argomenti con Kate Capsize e Wally, due potenziali clienti per Ignazio. La prima vuole liberarsi di Wally, facendolo perdere al concorso per cartografi (assicuratevi che lei vi dia il suo volantino). Parlando con Wally capirete di cosa avete bisogno per partecipare, poi soffiategli il pennino quando si volta rapito a guardare Kate. Andate al molo, indossate la maschera, tornare da Kate, chiedendo di noleggiare la sua nave: fingerete di non riconoscerla perché non corrisponde all'immagine del volantino, così esasperata getterà sul palco l'elastico per i capelli, che andrete a prendere.
Visitate il Grande Albero, raccogliete i fogli di carta lì sotto. Sulla destra, vicino alla latrina, ci sono delle rape e se ne può raccogliere una. Parlate con William lo Svizzero della sua maledizione, poi dategli il pennino, cosicché possa scrivere una nuova poesia e darvi la sua, che parla delle foglie del Grande Albero. Tornate al Thimble e spiegate a Ignazio che avete problemi con i potenziali clienti: dovete avere l'idea di truccare il grog da simil-grog per ingannare Kate, così l'oste vi regalerà una bottiglia di grog. Già che ci siete, dategli anche il buono pasto che AVRESTE dovuto regalare, onde mettere le mani sull'appiccicosissimo pudding di Formaggio.
Andate a villa Marley, raccogliete il festone caduto, il sasso, i fiorellini dal vaso e il rastrello. Parlando con i pirati festaioli dietro la porta della villa, capirete che aspettano un indizio per la caccia al tesoro: allungate loro la poesia di William, la interpreteranno come una criptica dritta e ripuliranno il Grande Albero dalle foglie. Vi ritroverete automaticamente da quelle parti, così usate subito il rastrello sull'orto, sguinzagliandoci poi Sax. William cercherà di fermarlo e si beccherà il rastrello in fronte, perdendo la molletta: prima di prenderla però, usate i legnetti con i buchi nell'albero. A questo punto andate a recuperare Sax, poi tornate di nuovo all'albero e rimettete la scimmia nell'orto: quando William è fuori combattimento per la seconda (!) volta, spalmate il pudding sull'albero e poi il drink alla polvere da sparo sulla macchia collosa. Quando il pirata torna in sé, chiedetegli di verificare se l'albero sia morto: cascherà nella vostra trappola e si fionderà al Thimble. E il primo cliente è andato!
Passate la rapa a Ignazio per ottenere un altro drink, questa volta rosa, che userete per colorare l'etichetta della bottiglia di grog. Legate i fiorellini all'elastico per capelli di Kate, e avvolgete la bottiglia di grog con la coroncina appena ottenuta. Per l'inganno finale, ritoccate l'etichetta col pennino e immergete la bottiglia nel barile di verdura marcia vicino al Grande Albero. Consegnate il simil-simil-grog a Kate, che ha però bisogno (malfidata!) di un'ultima prova: al Thimble date la bottiglia a Ignazio, che si rifiuterà di esporla, almeno finché non ne provocherete l'orgoglio proponendogli l'uso di una molletta per resistere alla sua puzza! Kate è la cliente n.2, ma non si schioderà da dove si trova finché Wally non si metterà il cuore in pace.
Non rimane che partecipare alla truccatissima gara di cartografia! Iscrivetevi parlando con Kate e rispondendo alle sue domande, poi usate il pennino con i fogli di carta, incollateli tra loro con il pudding e avvolgeteli col festone rosso. Date la mappa formato pergamena a Wally, per dare inizio alla gara, che terminerà con un'umiliazione storica del povero cartografo. Tanto storica, da lasciarlo imbambolato per lo shock. Siccome voi siete dei VERI amici, tornate al Thimble, raccogliete altra legna, accendetela nella stufa e col fuoco ottenuto tornate da Wally e bruciategli la mappa. Si "riprenderà". Fuori tre!
Non vi rimane che entrare nel Thimble, fare eventualmente due chiacchiere con le tre vittime delle vostre macchinazioni, per poi richiamare all'azione Ignazio, comprensibilmente un po' riluttante: sminuite la simpatia dei nuovi clienti e minacciatelo di trovargliene altri tre.
Avete finito The Booze of Monkey Island, godetevi i titoli di coda!