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Mortimer and the Riddles of the Medallion

(1996, LucasArts Entertainment Company -
Collette Michaud, Casey Donahue Ackley, Steve Purcell)

Lodius, l'assistente del professor Lazlow, mette le mani su un medaglione magico, usandolo per rubare la vitalità di tutti gli animali del mondo, pietrificandoli: non si supponeva che il medaglione fosse usato in quel modo, così Lodius si trasfigura in un diabolico semidemone, mentre l'artefatto si difende dividendosi in vari pezzi. I piccoli Syd e Sally capitano per caso vicino al laboratorio di Lazlow proprio poco dopo il fattaccio, così il professore decide di mandare loro a recuperare i pezzi del medaglione e salvare gli animali. Sarà più facile farlo a bordo di Mortimer, chiocciola enorme, battutara e... abartizzata!

Analisi

DESIGN / SCENEGGIATURA

Ron Gilbert lasciò la LucasArts nel 1992 per fondare la Humongous Entertainment: aveva avuto l'idea di realizzare avventure grafiche per bambini, però la dirigenza snobbò quella strada. Quattro anni dopo, con il successo dei personaggi Humongous e di altre case ormai impegnate a cavalcare il "multimedia su cd-rom" anche per un target scolare, alla Lucas si cominciò a riconsiderare quel tipo di produzione. Una correzione di rotta tanto netta, che venne fondata a questo scopo nel 1996 addirittura una divisione apposita, Lucas Learning, sopravvissuta fino al 2001. Mortimer and the Riddles of the Medallion ne rappresenta tuttavia una prova generale, che ne anticipa di qualche mese l'inaugurazione, e viene quindi realizzato sotto l'egida della pura LucasArts, da un team di prim'ordine di soliti sospetti, patrocinati dall'allora presidente Randy Komisar, entusiastico e aperto agli esperimenti.

Figura di spicco dell'educational alla Lucas diventerà Collette Michaud, qui al suo esordio da capo-progetto, ma dai primi Novanta attiva nel reparto animazione, già capo-animatrice di Indiana Jones and the Fate of Atlantis e poi anche co-designer di Sam & Max Hit the Road: ideando Mortimer, Collette riesce a coinvolgere suo marito Steve Purcell nella sceneggiatura delle sequenze non interattive e persino nel game design, al quale collaborano inoltre Casey Donahue Ackley (futura producer di Curse of Monkey Island e Grim Fandango) e la programmatrice Gwen Musengwa, vecchia conoscenza di Day of the Tentacle. Colpisce positivamente di Mortimer la sua struttura piuttosto originale, costruita in modo pragmatico sulla sua missione educativa così come sulla tecnologia proprietaria dell'azienda.

Maggiore attrattiva commerciale della proposta è infatti l'uso dell'engine INSANE, programmato da Vince Lee per i suoi Rebel Assault: quella semi-interazione con i filmati riprodotti in streaming dal cd-rom è un plus tecnico che la concorrenza dedita all'infanzia non può permettersi, e sulla carta è un'ottima idea. Metà dell'esperienza presuppone che i giocatori (si può scegliere tra Syd e Sally) controllino un raggio de-pietrificante per liberare gli animali in quattro biomi, mentre la chiocciola Mortimer vola quasi per conto suo, elargendo freddure. Purtroppo, come sa bene chi ha provato i Rebel Assault, si parla di un ibrido tra sparatutto in prima persona e laser-game: credi di avere la libertà del primo, ma ogni tuo movimento di sostegno a Mortimer deve anticipare ciò che accade nel filmato. Non sempre è chiaro cosa causi un danno allo "scafo", spesso ci si rassegna a una logica imperscrutabile e arbitraria, ma nelle gimcane più contorte non basta nemmeno quello, ergo consiglio vivamente di selezionare il livello di difficoltà "facile" o "medio" per le sezioni di volo: i danni si manterranno bassi, così come la tentazione di abbandonarsi a improperi molto... adulti e poco consoni all'evocata atmosfera da cartoon per l'infanzia. In caso contrario il micidiale capitolo finale nel castello di Lodius può rivelarsi molto frustrante (e ricordate che non esiste salvataggio).

È per fortuna invece piacevole il fulcro educativo di Mortimer, cioè gli indovinelli proposti dai guardiani dei pezzi del medaglione: la difficoltà di questi è pure regolabile separatamente a inizio partita, e l'assenza di traduzione può renderli mediamente impegnativi anche per i più grandicelli non anglofoni. Spendendo un numero variabile di gettoni magici ricavati dalle sezioni in volo, dove bisogna assicurarsi di aver liberato i sette animali principali del bioma attraversato, va indovinato quale di loro si celi dietro un indovinello random: ciascuno è scritto da Casey Donahue Ackley, diverso per i tre livelli di difficoltà, con un impegno e una ricerca che avrebbero poi spinto lei e il marito Jonathan Ackley a lavorare nei parchi a tema. Prima di rispondere si può indagare su ciascun animale, domandandogli chi sia, perché sia speciale o inusuale. Sbagliare la risposta riporta alle sezioni di volo (una procedura che non pesa troppo, se non nel reset del più difficile e criptico enigma nei meandri del castello). I testi di questa sezione, con un'interfaccia colorata e chiara, sono tutti simpatici e assicurano che l'identità di ogni creatura sia spiegata senza pesantezza didattica. Per quanto riguarda il lavoro di Purcell sulla sceneggiatura lineare, non è elaborato a livello di caratterizzazione dei personaggi, ma si riscatta con uno strano sapore vagamente grottesco di alcuni dettagli (lo sdoppiamento di Lodius allo specchio, il guscio bionico di Mortimer e le battute sulla sua natura lumacoide).

Mortimer and the Riddles of the Medallion è pressocché sconosciuto al di fuori di Usa e Canada, forse perché la LucasArts non aveva reputazione nel settore, ma anche perché non lo esportò né lo localizzò, come fece invece con i successivi prodotti Lucas Learning (tutti invece appiattiti su Star Wars). Lo squilibrio qualitativo tra le sue due identità, sparatutto e indovinelli, non lo può rendere un classico, e il suo cuore cartoon presenta un gusto medio da produzione seriale anni Novanta non memorabile, anche perché penso che alla lunga il cabarettismo obbligatorio di Mortimer stanchi. In questi anni la Humongous di Gilbert può ancora dormire sonni tranquilli, ma per un appassionato lucasiano il gioco mantiene il fascino di un bizzarro ritrovamento archeologico: se ci si è sentiti complici nei decenni dei tanti nomi illustri coinvolti nella sua produzione, per pura empatìa un giro lo merita.

GRAFICA

Prima di Mortimer solo Afterlife alla LucasArts ha azzardato la nuova "alta" risoluzione 640x480 a 256 colori (senza il "fallback" del 320x200 di Rebel Assault II), però quello strategico mostrava una grafica molto statica. Con il lavoro esteso svolto su questo titolo e sul successivo Outlaws, l'arricchita squadra di artisti sviluppa invece la maturità necessaria a dar vita allo spettacolo estetico di The Curse of Monkey Island. Per certi versi questo titolo è persino più ambizioso del citato fps spaghetti western, dal punto di vista coreografico, forte di due anime per tutta la sua durata, specchio della sua giocabilità sdoppiata.

Purcell e l'inossidabile Peter Chan si occupano del design dei personaggi, con Chan a illustrare gli sfondi di tutta la grafica bidimensionale, disegnata a mano libera. Marc Overney, poco prima di Curse, dirige le animazioni 2D (alle quali collabora Collette stessa): a tutto schermo ed eleganti nelle cutscene, più limitate ma gustose nei labiali degli animali che compaiono negli indovinelli. La seconda anima visiva di Mortimer è nella grafica 3D precalcolata, in compositing con il 2D in alcuni casi, come accadde in Full Throttle, ma protagonista assoluta nelle sequenze di volo. Tra i suoi autori si distinguono nomi che sbocceranno nei team di Grim Fandango (Ingerson, Benoit) e dei Telltale (Nguyen). Inutile sottolineare quale delle due anime regga il peso dei decenni: la "spettacolarità" dei filmati 3D in streaming da cd-rom è figlia di quell'epoca ed è invecchiata malissimo, per spartanità di dettaglio e compressione pesante delle clip.

Nell'epoca del multimedia, andrebbe per precisione storica sottolineato che il gioco nasconde in realtà anche una terza anima: ogni animale, a parte i siparietti animati, è mostrato con una clip dal vero di repertorio, per ancorare la fantasia alla realtà e completare la funzione educativa dell'esperienza. In ogni caso, Mortimer è una produzione tecnicamente sofisticata: la concorrente Humongous avrebbe avuto difficoltà a gestire una presentazione così articolata.

MUSICHE E SONORO

Spetta a Clint Bajakian inaugurare l'educational LucasArts sul fronte musicale: l'approccio cartoon della storia e dell'atmosfera è molto chiaro, ed è normale che Clint attinga allo stesso stile che aveva retto Day of the Tentacle, riconoscibile strumentazione inclusa, resa uniforme dalla registrazione dei brani in formato digitale, non più dipendenti dalla codifica MIDI delle vecchie schede. Si tratta della classica sonorità che legge ogni momento epico e ogni gag attraverso il filtro un po' spiritato alla Carl Stalling, con echi Looney Tunes.
L'identità vera arriva tuttavia da una band esterna, com'era successo con i The Gone Jackals per Full Throttle. Qui ci sono i Bungee Jumpin' Cows, uno stralunato gruppo fondato nel 1992 e tuttora attivo, dedito al rock umoristico leggero per famiglie, finalizzato a trasmettere scherzando concetti scientifici reali. Collette e Clint devono aver pensato che fossero i candidati ideali per dare carattere al gioco, che è pieno di canzoni del tutto originali, tra le quali il tema musicale che si ascolta per intero nei credits.

Ogni Guardiano canta il suo brano, con stile diverso (come blues, rap) e c'è uno scatenato confronto sincopato tra bene e male nel climax. Nessun pezzo passerà alla storia, ma anche qui non si è badato a spese nel puntare a una presentazione che alle orecchie dei più piccoli non si differenziasse molto da una legittima proposta televisiva / cinematografica.
Il cast vocale dietro alla fauna è piuttosto ricco: la direttrice del doppiaggio Tamlynn Barra assegna più animali a ciascuna vecchia conoscenza lucasiana come Denny Delk (Murray), Bill Farmer (Sam), Maurice LeMarche, Kath Soucie, Tress MacNeille, Tony Pope e Pat Musick, ascoltati spesso nelle edizioni doppiate originali delle avventure lucasiane. Pope e LeMarche in particolare doppiano anche Lazlow e Lodius, mentre Sally e Syd sono la poi desaparecida Lindsey Andersen e John Charles Morris, voce originale di Andy in tutti i Toy Story.

Revisione: 12/2023

NOTE TECNICHE SULLA PRIMA EDIZIONE (Windows/Mac)

Come spiegato, Mortimer è costruito con l'engine INSANE di Vince Lee, per la prima volta in versione esclusiva Windows 95. Complice l'alta risoluzione obbligatoria, i requisiti minimi sono più alti di quelli del Rebel Assault II pubblicato poco meno di un anno prima: Pentium 60Mhz, 8Mb RAM, scheda SVGA Local Bus/PCI e lettore cd almeno 2x. La contemporanea edizione Mac, programmata da Aaron Giles, richiede un processore Power PC, Mac OS 7.1.2 e 8Mb RAM. In entrambi i casi il gioco è distribuito su un 1 cd-rom, unicamente in inglese e parzialmente sottotitolato nella stessa lingua: come già spiegato, non sembra esserci mai stata alcuna localizzazione, né esportazione ufficiale fuori dagli USA/Canada. Nel caso siate incuriositi, non pensate nemmeno di poterci giocare sui PC attuali prima di leggere i consigli tecnici qui in basso.

Credits (Windows/Mac Cd-Rom)

Direzione del progetto e soggetto: Collette Michaud
Game design: Collette Michaud, Steve Purcell, Gwen Newton Musengwa,
Casey Donahue Ackley
Testi: Steve Purcell (sequenze), Casey Donahue Ackley (indovinelli)
Produzione: Casey Donahue Ackley
Programmazione: Patrick McCarthy (sup. gioco), Gwen Newton Musengwa (sup. integrazione grafica), Matthew Russell, Aaron Giles
Porting Mac: Aaron Giles
Sistema INSANE: Vince Lee
Ideazione grafica: Steve Purcell e Peter Chan
Grafica 2D: Peter Chan (fondali), Marc Overney (supervisione animazioni), Anson Jew, David DeVan, Leonard Robel, Collette Michaud (animazioni)
Coloratura animazioni 2D: Maria Bowen
Modellazione e animazioni 3D: Lea Mai Nguyen, Jim Rice, Garry Gaber, Marc Benoit, Eric Ingerson, Aaron Wolf
Animazione degli effetti: C. Andrew Nelson (sup.), Chris Weakley
Tecnici grafici: Christopher Ross (sup.), Kim Gresko, Doug Shannon, Aaron Muszalski
Musiche: Clint Bajakian
Canzoni: Bungee Jumpin' Cows
Sound design: Larry the O
Supervizione testing: Dan Pettit (sup. Windows), Dana Fong (sup. Mac), Scott Douglas, Jason Yunker, Diane Dybalski, Leyton Chew, Randy Tudor, Albert Chen, Theresa O'Connor, John Drake, Rachael Bristol, Ryan Kaufman
Supervisione testing di compatibilità: Chip Hinnenberg e Doyle Gilstrap
Direzione e produzione voci: Tamlynn Barra
Voci: Kevin Meaney (Mortimer), Lindsey Andersen (Sally), John Charles Morris (Syd), Maurice LeMarche (Lodius), Tony Pope (Lazlow), Denny Delk, Bill Farmer, Maurice LeMarche, Kath Soucie, Tress MacNeille, Tony Pope, Pat Musick (voci degli animali)
Confezione: Soo Hoo Design (progettazione), Peter Chan e Steve Purcell (illustrazioni)
Collaboratori: Larry Ahern, Jesse Clark, Scott Baker, David Vallone (grafica), Khris Brown (montaggio voci), Julian Kwasneski (processing voci)

Consigli per giocare oggi

Come avviare la versione Windows in emulazione con il disco originale
Legato com'è alle micidiali prime DirectX per Windows 95, Mortimer non è prevedibilmente avviabile né installabile sui sistemi moderni, a meno che non si abbia a disposizione una macchina virtuale con W95/98 (o un emulatore Mac adeguatamente configurato per il porting Apple). C'è però un modo più veloce e indolore per provare il gioco: proprio Aaron Giles ha creato nel 2022 il DREAMM, un emulatore di vecchi PC immediato e semplice da usare, tarato per avviare il catalogo storico della LucasArts. Scaricata e installata la app, disponibile per Windows, Mac o Linux, avviatela e trascinate sulla sua schermata principale l'icona del cd-rom della versione Windows o l'icona della sua iso. Terminata l'installazione, potete avviare Mortimer attraverso DREAMM. A causa di un codice piuttosto volubile nella gestione del sonoro, vi sconsiglio di saltare troppe sequenze con ESC, specie quella in cui precipitate: si aumenta il rischio di perdere la sincronia tra video e audio. Ricordate che DREAMM supporta soltanto la versione Windows, non quella Mac.

Copertine

Ribadisco che per avere una panoramica sulle copertine e sui materiali delle confezioni, la vostra meta dev'essere Mobygames. Le copertine e le confezioni mostrate in questa pagina non hanno valore esaustivo, ma indicativo e affettivo, provenendo dalla mia collezione personale.

Windows Cd-Rom (edizione americana)
Mortimer and the Riddles of the Medallion fu distribuito in una splendida confezione cartonata che si apre a libro, illustrata da Purcell e Chan. Identica per Windows e Mac, non è rarissima ma ha un costo piuttosto elevato quando appare nelle aste online, di solito oltreoceano. Io mi sono accontentato del jewel-case Windows che vedete qui sotto, acquistato su Ebay da un utente canadese. Comprende il manuale, però la reference card alla quale fa riferimento doveva far parte della scatola intera, ergo questo è un rimasuglio della confezione completa. D'altronde non mi risulta che il gioco abbia mai ricevuto una riedizione budget.